venerdì 27 giugno 2014

Veg&Roll

Dopo giorni e giorni di lontananza dalla mia cara Ghiacciaia, eccomi di nuovo qui!
Per mancanza di tempo e anche un po' di voglia, mi sono presa qualche giorno di fermo lavori, ma non preoccupatevi, di cucinare non ho mai smesso.
Oggi sono qui per porporvi di fare un salto con me in Giappolandia, parleremo di SUSHI (vegetariano).
NO PESCE CLUDO PEL OGGI! ;)

Durante il mesolitico e neolitico della cultura Jomon (10000 - 300 a.C), in Giappone si attestano forme di vita più stabili che si dedicano alla creazione di prime forme ceramiche decorate con la tecnica dell'impressione di bastoncini di legno sull'argilla ancora fresca. L'utilizzo della ceramica è sinonimo di vita sedentaria, poichè il vasellame molto fragile sarebbe stato inutile per una società di cacciatori nomadi.
Nel V secolo a.C. il piatto principale dei giapponesi era il pesce lasciato macerare per tre anni in grandi contenitori di ceramica insieme a del riso, che al contrario del pesce, dopo il periodo di conservazione non veniva consumato. Per ovviare a questo grande spreco, si pensò bene di ridurre di molto i tempi di stoccaggio, passando direttamente ad un solo mese di macerazione, in modo da poter consumare anche il riso e soddisfare la popolazione che in quel momento stava crescendo in maniera esponenziale.
Riso, pesce, noodles, legumi, verdure sono alla base della cultura gastronomica nipponica, che si è sempre distinta per la particolare cura dei maestri durante la preparazione degli ingredienti e la composizione dei piatti. Il taglio e lo sminuzzamento dei cibi hanno un ruolo fondamentale, perchè tutte le pietanze devono essere afferrate comodamente con le bacchette.
 
Per merito di alcuni monaci di ritorno dalla "Terra di mezzo", l'attuale Repubblica Popolare Cinese, il Sushi è arrivato in Giappone, ma solo nel 1820 con Hanaya Yohei viene servito per la prima volta  su un bancone un nigirizushi, una polpettina aromatizzata all'aceto di riso con sopra una fettina di pesce crudo. Da allora il sushi è diventato l'emblema del cibo di strada e spie per l'individuazione della polpetta migliore erano i lunghi teli posizionati sui carrettini dei venditori, utilizzati come tovaglioli dai clienti. Più il telo era sporco, più il sushi era prelibato.
 

 

Etimologicamente sushi sta per "acido" e si riferisce principalmente ad una categoria di cibi preparati col riso in associazione a pesce crudo, verdure, uova, alghe. Il ripieno può essere crudo o cotto, appoggiato su una polpettina di riso o inglobato in un rotolino sigillato da un'alga.
La varietà del piatto è data dall'infinità di condimenti, ripieni e guarnizioni e dalla varietà con cui essi vengono impiegati. La tipologia di sushi con maggior diffusione è quella dei Machizushi: una polpettina cilindrica o conica di riso, formata con l'aiuto di una stuoia di bambù, makisu, generalmente avvolta nell'alga Nori (di cui un giorno parleremo).
 
Io mi sono limitata a replicare due tipi di Machizushi, i più semplici del resto: Futomaki (rotoli larghi) e Hosomaki (rotoli stretti), avvolti dall'alga nori esternamente e che racchiudono al loro interno il riso e due o tre ingredienti molto colorati che contrastano con il nero del nori ed il bianco del riso.
 
Passiamo adesso alla preparazione: lunga, non estremamente difficile,  ma certosina sicuramente!
 
Io di solito riesco a trovare i fogli di alga nei negozi che vendono prodotti sfusi, o nei negozi etnici. Per quanto riguarda il riso, se non riuscite a trovare quello specifico per sushi, vi consiglio di utilizzare il riso vialone nano. I chicchi devono essere piccoli e rotondi.

VEG & ROLL

Ingredienti:
3 fogli di alga Nori
200 gr di riso
1 avocado maturo
1cetriolo
2 carote
1 mazzetto di asparagi
1 mazzetto di rucola
1 confezione di formaggio fresco spalmabile
Aceto di riso o mele
Salsa di soia
Salsa wasabi o senape piccante
1 pizzico di zucchero
Sale


Versate in un pentolino il riso e ricoprite con acqua, non troppa, bastano 2 cm oltre il livello del cereale, un pizzico di sale e mettetelo a bollire coperto su fiamma alta. Appena inizia il bollore abbassate la fiamma, bassissima mi raccomando, e lasciate cuocere sempre coperto e senza toccarlo. A fine cottura l'acqua sarà stata completamente assorbita dal riso; a questo punto potete versarci sopra, utilizzando una paletta di legno come tramite, qualche goccia di aceto di riso, va benissimo anche quello di mele, serve solo a dare maggiore compattezza.
Trasferite il riso su un piatto largo, l'ideale sarebbe di legno (se non l'avete fa nulla) e lasciatelo raffreddare bene.
Nel frattempo sbollentate leggermente le carote tagliate a listarelle nel senso della lunghezza e gli asparagi.
Tagliate sempre a listarelle il cetriolo e l'avocado. Lavate la rucola.
Disponetevi ordinatamente sul piano di lavoro i fogli di alga, il piatto con il riso, tutte le verdure e il formaggio spalmabile. Munitevi di un coltello ben affilato e una ciotola d'acqua con qualche goccia d'aceto; il riso è molto appiccicoso e tenderà a restarvi attaccato alle mani, ma se prima di iniziare a disporlo sui fogli d'alga bagnerete le mani nella soluzione di acqua e aceto, non avrete nessun problema.
Prendete un foglio d'alga e create uno strato di riso per oltre la metà della larghezza del foglio. Lo strato deve essere poco più spesso di mezzo centrimentro e deve essere molto compatto. Spalmate un sottile strato di formaggio e adagiateci sopra le verdure che preferite.
Io per i maki più piccoli ho utilizzato solo formaggio e asparagi, per quelli più grandi carota, cetriolo, avocado, rucola e formaggio.
Una volta disposti tutti gli ingredienti, iniziate ad arrotolare facendo leggermente pressione con le mani, ma stando attenti a non far uscire lateralmente tutto il ripieno. Continuate ad arrotolare fino alla fine del foglio e inumidite leggermente quella parte di alga che avrete lasciato senza condimento. Questo serve a chiudere meglio il rotolo.
Adesso potete passare alla realizzazione degli altri maki; io prima di tagliarli li lascio sempre per un pochino in frigo per farli compattare bene.
Prendete un coltello molto affilato, bagnate la lama nella soluzione di acqua e aceto e iniziate a tagliare i vostri cilindri che non devono essere più spessi di 2 cm.
Tenete sempre la lama del coltello bagnata, in modo che scivoli meglio e il taglio sia netto.
A questo punto non vi resta che disporli su piatto da portata e preparare la tavola con bacchette, piattino per la salsa di soia e il wasabi.
Come dicevo prima, se non riuscite a trovare la salsa wasabi, potete tranquillamente sostituirla con la senape piccante. Il wasabi va sciolto in un piattino insieme alla salsa di soia in cui poi puccerete il vostro roll prima di divorarlo.


Impugnate le bacchette e buon appetito!
 

 

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